Stime recenti mostrano come una larga fetta della popolazione soffra di disturbi del sonno. La percentuale, già alta negli ultimi anni, ha subìto una forte impennata a seguito della Pandemia da Covid-19 e si assesta oggi intorno al 55%. È confermato come il tema del sonno sia molto importante per la salute pubblica e come il recente impatto psicologico della “quarantena” sui soggetti che ne sono stati coinvolti, direttamente per coloro che hanno contratto l’infezione da Covid-19 o indirettamente per aver subìto le restrizioni o le chiusure per evitarla, è stato devastante, aumentando l’incidenza di tutte quelle condizioni predisponenti e precipitanti i disturbi mentali come ansia e depressione.
Alla base di questo aumento c’è l’effetto dovuto all’isolamento, ai disturbi psichici e di adattamento, e l’effetto dovuto al confinamento. Per questo motivo i disturbi del sonno sono considerati la manifestazione più frequente della “pandemia emozionale”. Appare oramai certo, infatti, che il Covid-19 ha generato molte più insonnie di quante ce n’erano prima della pandemia oltre ad aver generato spesso sintomi del disturbo da stress post-traumatico.